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Lucilla Montipò, classe 5A Scientifico

Da Enciclopedia Treccani

Piètra d’inciampo locuz. sost. f. –“Consiste in piccole targhe d’ottone, grandi quanto un sampietrino, collocate davanti la porta della casa nella quale abitò un deportato, e di questi ne recano il nome, l’anno di nascita, la data e il luogo della deportazione, e la data di morte”

Ogni anno si celebra la giornata della memoria, volta a ricordare gli orrori del Nazionalsocialismo in Germania, e le vittime che questo ha prodotto. Noi ragazzi di 5AS abbiamo deciso, insieme alla professoressa di tedesco Olga Gasparini, di approfondire la questione della memoria, concentrandoci su un singolo aspetto, che abbiamo reputato essere un utile mezzo per non dimenticare. Abbiamo dato vita a una lezione interattiva sul tema delle “Stolpersteine”, le pietre di inciampo, in cui ognuno di noi ha risposto ad alcuni dubbi frequenti riguardanti questo fenomeno. Alcuni di questi sono: “Chi c’è dietro alle pietre di inciampo?”, “Come posso far collocare una pietra di inciampo?”, “Da dove viene il loro nome?”. Ci siamo resi protagonisti di un servizio televisivo,”Kultur und Geschichte”, che spiega l’argomento, e lo abbiamo fatto interamente in tedesco. Dopo tutto, esiste una lingua migliore, per parlarne, di quella dell’inventore stesso delle pietre di inciampo? Abbiamo voluto porre la nostra attenzione su quello che, nella nostra vita frenetica, sfugge completamente alla vista; pochi infatti sanno che, nella provincia di Reggio Emilia, ci sono 96 pietre di inciampo. Pertanto, speriamo di aver suscitato interesse nei nostri “spettatori”, e che, girando per Reggio, questi facciano attenzione a dove mettono i piedi; tanto che, se capita loro di “inciampare” su una delle targhette, si fermino ad onorare la memoria di chi un tempo abitava o frequentava quel luogo.