All’”Ariosto – Spallanzani”, dal 29 gennaio al 3 febbraio, si è tenuta la Sessione d’Istituto del Model European Parliament 2024. Nei delegati alle prime armi che intendono seguire questo progetto, c’è talvolta il timore di non sentirsi adeguati ad analizzare tematiche apparentemente lontane e problemi di difficile soluzione (il fenomeno strutturale delle migrazioni, la crisi climatica, la lotta alla tratta degli esseri umani nella UE, gli stereotipi di genere nelle sentenze della Magistratura, il problema della disinformazione, sono stati questi i temi presi in esame, nelle diverse Commissioni di questa Sessione). Ma nel confronto costruttivo con gli altri delegati, predisponendosi all’ascolto, acquisiscono ben presto la consapevolezza di come quelle realtà siano sorprendentemente concrete e vicine. Perché loro, come studenti italiani, sono contemporaneamente europei, ed è un privilegio, oggi più che mai, abitare questa casa comune. Questi studenti hanno un’opportunità unica a vivere in Europa che, edificata sui valori di pace, libertà e difesa dei diritti fondamentali della persona, ha garantito, dal Trattato di Roma del 1957 e poi con successivi accordi e trattati, settanta anni di pace. Per chi ci vede da lontano, dall’Asia, dall’Africa, questa nostra unione è quanto di più interessante e desiderabile possa esistere.
E’ vero che ci sono tuttora molte criticità nella UE: per esempio la mancanza di una politica estera di difesa comune ha prodotto silenzi e una sua grave latitanza, dove era possibile attivare canali diplomatici per stabilire una tregua nel conflitto in Ucraina. Ma questi processi sono lunghi e di competenza dei governi, non dei popoli. I popoli saranno chiamati a decidere in primavera, quando si terranno le elezioni per rinnovare il Parlamento europeo. Sarà un appuntamento fondamentale perché il rischio di deriva pessimistica serpeggia in molti paesi, e così sorgono movimenti di intolleranza verso gli stranieri, gelosie nazionali prevalgono sui progetti di condivisione e solidarietà, slogan antieuropeisti vorrebbero il ritorno allo Stato nazionale. Poi ci sono le guerre, oggi mai così numerose e vicine
Elevare muri e barriere, ritornare “piccoli” non ci aiuterà ad affrontare sfide in ambito globale. Infatti le dinamiche della storia insegnano che, dove gli Stati non si mettono d’accordo e dove non affrontano i problemi in modo collaborativo, lì subentra la guerra. Scriveva Don Milani: “Dai problemi, sortirne insieme è politica, sortirne da soli è antipolitica.
Il MEP è un attivatore di competenze, educa gli studenti, in uno spazio di legalità, al rispetto delle istituzioni, alla tolleranza, a leggere la complessità del presente in modo autonomo e critico, a prendere consapevolezza che la democrazia, di cui adesso dispongono, che a loro consente di imparare, di esprimere le loro idee, di migliorarsi non è nè un dono, nè una fatalità. Ma il Mep è anche una straordinaria esperienza di amicizia e i giovani hanno bisogno di questi coinvolgimenti emozionali per scoprirsi e camminare verso gli altri, con più coraggio.
Dopo aver assistito ad alcune Sessioni del MEP 2023, la prof.ssa Francesca Valli, convinta della valenza formativa di questo progetto, che il Liceo “Ariosto -Spallanzani” porta avanti dal 1996, ha accompagnato un gruppo di studenti del Liceo “Canossa” per partecipare alla Sessione MEP 2024. Così i delegati, lavorando in sinergia, si sono misurati con emendamenti, risolutive, leggi e trattati.
Questi giovani parlamentari sono davvero fondamentali per migliorare questa Europa, che è per loro l’unica vera prospettiva.
Quindi da quanta Europa riusciremo a costruire e a mantenere, dipenderà il futuro di questi giovani e la loro libertà.
La referente del Progetto MEP
Prof.ssa Patrizia Paini