Nei giorni 3, 4, 5, 8 febbraio si è svolta la Sessione d’Istituto 2020 del Model European Parliament.

I 55 delegati suddivisi nelle 6 Commissioni coordinate dai loro chairs hanno potuto vivere un’occasione unica di confronto, in un contesto nuovo, dimostrando di essere in grado di vincere la loro timidezza per essere protagonisti nell’assemblea plenaria, senza usare la prevaricazione, ma cercando di essere critici di fronte alle sfaccettature che i problemi presentano.

Parlare di Europa, significa parlare delle sfide sempre più urgenti che è chiamata a risolvere: i cambiamenti climatici, i problemi energetici, la protezione della biodiversità, l’occupazione giovanile, i diritti umani, le migrazioni.

L’Europa, uscita dalle ultime consultazioni elettorali, sembra, da un lato, aver trovato una maggiore coesione, mentre dall’altro si trova a fronteggiare l’insorgere di correnti ed ideologie che tendono ad esasperare le differenze e a sottolineare l’ossessiva difesa sovranistica dei propri confini e dei propri interessi.

Anche il prof. Marco Gestri, docente di diritto internazionale all’UNIMORE ha sottolineato la polarizzazione di atteggiamenti che i cittadini mostrano verso l’Europa.  E’ innegabile un dato di fatto: dal 1951, anno di nascita della CECA, l’Europa ha garantito il mantenimento della pace sul nostro continente. Ha consentito l’acquisizione di importanti leggi relative al mercato unico, con la libera circolazione di persone, servizi, capitali, ha formulato una legislazione a tutela del consumatore, ha equiparato le tariffe delle comunicazioni via telefono, sostituendole a quelle precedentemente predatorie delle diverse compagnie telefoniche.

Ma sul piano internazionale l’Unione mostra profonde carenze, se si pensa, ad esempio, al conflitto in Siria e in Libia, verso il quale nessun accordo fra gli stati europei è stato raggiunto. L’Unione è ancora a metà del suo processo di formazione, a metà fra uno stato federale e una organizzazione internazionale: non ha una polizia comune, né un esercito comune, non è ancora uno stato federalista.

Tuttavia,  essere cittadini dell’Unione non ha solo valore simbolico, ma anche pratico. Tutti possono circolare nell’area Schengen, senza essere sottoposti a controlli, non solo i soggetti economicamente attivi, come lavoratori, calciatori, professionisti, ma anche studenti che, dopo 5 anni trascorsi in un paese, hanno diritto di residenza permanente. Il professore si è poi soffermato sul problema dell’uscita del Regno Unito dalla UE, considerandola una perdita significativa. Dal 31 gennaio 2020, la bandiera dell’Unione è stata tolta da tutti gli uffici pubblici e fino al 31 dicembre l’accordo, in parte raggiunto con l’UE, sarà soggetto ad un periodo di transizione e il Regno Unito dovrà applicare tutte le norme europee, pur non avendo più rappresentanti in Parlamento. Ma cosa accadrà dopo? Saranno introdotti i dazi sulle merci? Molte regole che verranno imposte sono difficilmente immaginabili.

Fino a ieri le generazioni Erasmus hanno percorso con disinvoltura l’Europa, come uno spazio di cultura e di civiltà che, proprio dalle differenze di lingua e di tradizioni, traeva il suo valore.

La fatale decisione di divorziare dall’Europa continentale, spacciata da Boris Johnson come una prospettiva di luminoso avvenire, sembra piuttosto un ritorno al passato, al “glorioso” isolazionismo del passato inglese.

Per molti giovani inglesi, quella irragionevole decisione si è tradotta in sentimenti ora di rabbia, ora di tristezza.  Abituati a viaggiare in libertà, non potranno rassegnarsi facilmente a vedere risollevate le frontiere.

Il MEP, da sempre si è distinto per questa sua tendenza a formare cittadini “eurofili”, che credono che, solo in una dimensione più coesa e collaborativa, possano compiersi i progressi dell’umanità.

Investire energie positive in questo progetto è un momento importante per la crescita dei nostri studenti, per allargare i loro orizzonti mentali, affinchè possano leggere e interpretare un mondo sempre più complesso e contradditorio.

La scuola ringrazia tutti i chairs e i membri dello Staff che, con il loro supporto costante ed instancabile e la loro passione, hanno reso possibile questa Sessione, forti della loro preziosa esperienza organizzativa.

Sono in corso le selezioni che sceglieranno i 9 delegati che parteciperanno alla Sessione Regionale 2020 di Modena.

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