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Venerdì 3 giugno con un incontro con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e con gli studenti del Bus Pascal si è concluso il secondo ciclo del progetto triennale di biologia a curvatura biomedica del Liceo Classico. Si sono ripercorse le tappe salienti del progetto, il suo significato e gli obiettivi raggiunti e si è augurato agli studenti presenti di poter raggiungere nel loro prossimo futuro ciò che si sono prefissi grazie a quella tenacia e dedizione che hanno già dimostrato nel portare a termine un progetto così impegnativo.

All’Ordine dei Medici vanno i più sentiti ringraziamenti per il sostegno e l’impegno nell’averci affiancato nei momenti più caratterizzanti del progetto e cioè le lezioni dei medici e le visite ai reparti e laboratori dell’ospedale.

Di seguito alcune riflessioni degli studenti:

“Sono state diverse le motivazioni che ci hanno spinto ad intraprendere questo percorso: chi per curiosità, chi per la passione delle scienze, chi perché si vedeva già con il camice bianco addosso.

Ciò che ci ha uniti è stato il dedicarci a un ramo delle scienze a cui la scuola assegna uno spazio limitato. Studiare l’anatomia del corpo umano ci ha resi più attenti al lato pratico, terreno, finito della nostra esistenza, aspetto che spesso, per la natura teorica degli studi che svolgiamo ogni giorno, viene messo in secondo piano, ci ha resi grati a questa meravigliosa macchina che ci tiene in vita, forse con l’unico effetto collaterale di renderci un po’ ipocondriaci.

Al termine di questo percorso possiamo dire però di aver compreso quale fosse la nostra reale necessità, ciò che nel profondo ci ha spinto a continuare a studiare e a partecipare al Progetto nonostante tutti gli impegni e i “ma chi te lo fa fare?” dei compagni e cioè il bisogno di coniugare la conoscenza e l’essere umano, il bisogno di scoprire che dietro a ogni malattia esiste una persona con un nome e una storia, così come sotto ogni camice bianco ne esiste una seconda e il meravigliarsi ogni volta nel vedere che mentre il paziente affida la sua vita al medico, egli dedica a lui la propria.

Ecco cosa rimarrà sempre in noi: una lezione di umanità, di umiltà, di rispetto reciproco e di grande vocazione. Ciò non sarebbe stato possibile se voi medici non aveste portato nelle nostre aule esperienza, dedizione ed entusiasmo. Dunque ringraziamo voi e gli insegnanti per il tempo e le energie che ci avete dedicato nel credere nella natura edificante e affascinante di questo progetto.” 

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