Visite: 904

Questa lettera è stata scritta da una nostra ex studentessa al termine del tirocinio che l'ha vista vivere la scuola con noi per quattro mesi. Le sue parole, profonde e sentite, rispondono meglio di ogni varia considerazione alle domande che spesso ci si sente fare dal mondo esterno e non solo

Care ragazze e cari ragazzi,

sono ormai giunta al termine della mia esperienza di Tirocinio e volevo spendere qualche parola per dirvi cosa questi mesi hanno significato per me. Tornare dopo tanto tempo in un posto che per una parte della mia vita ha significato tutto rappresentava una sfida e al tempo stesso una necessità. Il Covid ci ha sottratto tante cose, alla mia annata ha tolto la possibilità di chiudere il nostro percorso al liceo come si deve. Non vi racconterò come sono stati gli ultimi mesi di quinta superiore per me e i miei compagni, potete immaginarlo, ma voglio dirvi che non aver avuto l’occasione di salutare per un’ultima volta quelle mura ha fatto sì che restasse aperta una parentesi nelle nostre vite, una parentesi che lasciava un discorso in sospeso e mai concluso. Il tempo passato con voi mi ha permesso di chiudere serenamente quella parentesi e di capire tante cose. Quando si è studenti liceali, spesso si ha l’impressione che i mesi, le settimane, le ore non finiscano mai. Si è ossessionati dal portare a termine le cose per arrivare a un punto: si vivono le settimane aspettando il weekend, i mesi aspettando le festività, gli anni aspettando l’estate. È come se ogni verifica, interrogazione o prova che si affronti non abbia alcun senso se non quello di andare a modificare in meglio o in peggio una media scolastica. Mi auguro che per voi la scuola non sia questo, ma se è questo, lasciate che vi dica una cosa: la scuola non è una gara, è un privilegio. Non è un ostacolo in previsione di una realizzazione futura e lontana, è quel che vi aiuta a realizzarvi. Quando traducete una versione, pensate che quella versione è un pensiero, prima di tutto, un pensiero che ha significato qualcosa, al punto da arrivare fino a noi; quando imparate nuove lingue, pensate a quanti modi diversi ci sono, al mondo, per esprimere quello che tutti sentiamo; quando fate filosofia (perché filosofia si fa, non si studia) avete la possibilità di vedere il mondo da mille prospettive diverse e di essere d’accordo o non essere d’accordo; la storia vi insegna i meccanismi, vi guida nel tempo, la letteratura può sospenderlo o accelerarlo, vertere sulle emozioni. Ogni cosa che voi studiate, va al di là del perimetro del foglio protocollo della verifica o del paragrafo del libro di testo o delle mura della vostra aula. Studiare non è né facile né comodo e non dà certezze immediate. Lo studio può renderci confusi, come può farci mettere in discussione. Studiare non è una passeggiata, ma è uno strumento potentissimo. Studiare vuol dire avere potere, avere un’opinione e avere un’opinione, un pensiero critico, vuol dire non permettere a nessuno di pensare per noi. Detto questo, ragazze e ragazzi, quest’esperienza è andata oltre le mie aspettative. Mi avete dato modo di vedere tante cose che prima, quando ero al vostro posto, non potevo vedere. Per questo vi ringrazio. È strano, ma anche rassicurante, sapere che la mia scuola, adesso, è la vostra scuola.

(omissis)

Ai ragazzi e alle ragazze di 5^B faccio un grossissimo in bocca al lupo per la Maturità che si avvicina, che possa essere un trampolino verso il futuro. Ai ragazzi e alle ragazze di 4^B auguro una serena estate e un meritato riposo e che l’ultimo anno in arrivo sia denso di soddisfazioni.

Con affetto e stima,

la vostra tirocinante

Barbara Casoli

Torna su