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Non ci sono paralleli con la vita nei campi di concentramento. Il suo orrore non può mai essere interamente percepito dall'immaginazione, perché rimane fuori dalla vita e dalla morte.

Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo

Nel ricordare la grande tragedia dei campi di sterminio, per non commettere l’errore di considerarli il frutto della follia di individui degenerati, scomparsi per sempre dalla prospettiva dell’umanità dopo la Liberazione, teniamo presenti le parole profetiche di Hannah Arendt, scritte negli anni Cinquanta ma ancora attualissime: “il pericolo totalitario è una delle grandi minacce che probabilmente ci resterà alle costole per l’avvenire”: esso si annida ovunque dilagano la spersonalizzazione, lo sradicamento culturale e sociale e il senso di superfluità, “maledizione delle masse moderne”.

Nella sua acuta analisi della società di massa non possiamo non riconoscere quelle pericolose tendenze che sono tuttora attive, e rappresentano il sostrato nei quali le soluzioni violente e dispotiche attecchiscono velocemente come "le più semplici".

“Le maggioranze addormentate, fino ad allora a rimorchio dei partiti, (si trasformarono) in una grande massa, disorganizzata e amorfa di individui pieni di odio che non avevano nulla in comune tranne la vaga idea che le speranze degli esponenti politici in un ritorno dei bei tempi andati fossero campate in aria, e che i rappresentanti della comunità rispettati come i suoi membri più preparati e perspicaci fossero in verità dei folli, alleatisi con le potenze dominanti per portare, nella loro stupidità o bassezza fraudolenta, tutti gli altri alla rovina

“Nulla forse distingue le masse moderne da quelle dei secoli precedenti come la mancanza di fede in un giudizio finale: i peggiori hanno perso la paura, i migliori la speranza. Incapaci di vivere senza timore e speranza, queste masse sono attratte da ogni sforzo che sembra promettere un’instaurazione del paradiso sognato o dell’inferno temuto”.

Anche questa è un’attività preziosa della memoria: non abbassare mai la guardia laddove la disgregazione umana e morale offre il campo libero a chi vuole resuscitare i fantasmi di un passato nemmeno troppo lontano, e contrastare questo dilagare del "male banale" con le forze del pensiero e della solidarietà

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